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Sindromi meteoropatiche stagionali.
     
       
   

 

 


 

SINDROMI METEOROPATICHE STAGIONALI.

IL PASSAGGIO DALL'ESTATE ALL'AUTUNNO.

La stagione autunnale può essere considerata, sotto diversi aspetti, la migliore dell'anno, sia per il clima dolce, sia perchè i fattori meteorologici non presentano di norma, salvo le debite e non rare eccezioni, variazioni molto repentine, come succede invece durante la primavera o i mesi estivi.
Al caldo umido afoso, in modo particolare in Valpadana, che di norma si fa sentire alquanto fastidioso nei mesi di luglio ed agosto, succede una temperatura alquanto favorevole, per l'arrivo dei primi afflussi di aria polare fredda dal Nord Atlantico, anche se accompagnati, a volte, da forti rovesci temporaleschi e da qualche grandinata.
Il clima si fa più mite e la sensazione di benessere da parte dell'organismo umano risulta favorevole alla ripresa delle attività normali, dopo la pausa estiva.
La lunghezza delle giornate, con il passare dei giorni, diventa via via sempre più corta ed in questo modo viene favorito il metabolismo basale, il delicato meccanismo ormonico ed il sonno, che diventa meno pesante e molto più distensivo.
La mitezza dell'aria ed il sole meno cocente favoriscono, in molti casi, una migliore vita all'aria aperta, soprattutto nelle ore centrali della giornata, le quali, invece, durante la stagione estiva, si presentano piuttosto pericolose nei bambini al di sotto dei cinque anni e nei soggetti anziani, in modo particolare se sono affetti da cardiovasculopatie scompensate e da broncopneumopatie croniche ostruttive.
Infatti l'intensa radiazione solare, accompagnata a temperature elevate e ad un tenore di umidità vicino al punto di saturazione, diminuisce, invece che aumentare, come credenza comune, le difese immunitarie dell'organismo, con tutte le conseguenze del caso.
Naturalmente però, anche durante l'autunno, non tutte le condizioni sono sempre favorevoli e l'organismo umano, in alcuni soggetti, specie i neurolabili, presenta delle sindromi da cambiamento di stagione, anche se, per la verità, esse siano state spesso molto meno considerate di altre sindromi della stessa origine, come per il passaggio dalla primavera all'estate, anche dagli specialisti in materia.
Infatti nella letteratura si trovano veramente pochi riferimenti a questo determinato tipo di "cambiamento di stagione", che non per altri, come dicevamo.
Noi personalmente crediamo che tutto questo consista nel fatto che l'organismo umano, nella gran parte dei casi, di solito ben temprato dal clima estivo, risenta meno che in altri momenti del mutamento dei fattori meteorologici.
Ma non per questo essi non debbono essere considerati nella loro giusta misura, anche perché, se non sono ben valutati e tempestivamente corretti, essi possono agire negativamente poi nel successivo passaggio dall' autunno al periodo invernale.
È giusto pertanto conoscere bene la loro influenza sull'organismo umano, in modo da poter attuare una buona e valida prevenzione, al fine di evitare spiacevoli conseguenze nei mesi di novembre e dicembre.
In primo luogo uno dei fattori più importanti da prendere in considerazione riguarda la progressiva riduzione della radiazione solare, con conseguente diminuzione delle ore di luce.

Questo fattore, che è stato quasi misconosciuto fino a circa venti anni or sono, è stato molto rivalutato in questi ultimi anni, soprattutto per il fatto che si è finalmente trovata una spiegazione logica all'aumento delle sindromi depressive nel passaggio dall'estate all'autunno.
Orbene l'aumento delle sindromi depressive coincide proprio con la diminuzione dell'intensità della radiazione solare e delle ore di luce.
Il tutto è guidato dall'epifisi, cioè dalla ghiandola pineale, la quale, attraverso un delicato quanto importante meccanismo ormonico, che abbiamo sviluppato estesamente quando abbiamo trattato del passaggio dall'inverno alla primavera, regola appunto tutto quello che sottende allo sviluppo delle sindromi depressive.
E tutto questo è confermato dal fatto che una terapia preventiva, a base di somministrazione progressiva di ore di luce, riduce di molto lo scatenarsi delle sindromi depressive autunnali o invernali, in modo particolare se si tratta di quelle di natura esogena.
Molto più difficile risulta invece la terapia delle forme depressive endogene, legate, molto verosimilmente, a disfunzioni cerebrali diverse, anche di tipo familiare o genetico, forme che purtroppo si evidenziano e peggiorano con l'arrivo del freddo umido.
Un altro punto molto interessante da prendere in considerazione è quello che riguarda la funzionalità e la motilità del tubo digerente.
Si è notato infatti un cospicuo aumento delle riacutizzazioni delle ulcere dell'apparato digerente, specialmente quelle gastroduodenali, in relazione ai mutamenti di stagione, in modo particolare proprio al passaggio dal periodo estivo a quello autunnale.
La spiegazione che fosse per l'aumento dello stress, dopo il periodo estivo, a causa della ripresa delle normali occupazioni o di un tipo di lavoro poco gradito oppure per le intemperanze alimentari o di altri tipi, durante il periodo delle vacanze, è sicuramente di importanza notevole, perchè ormai tutti sappiamo quanto lo stress di tutti i tipi incida sulle ghiandole che secernono l'acido cloridrico nello stomaco, con conseguente aumento delle forme ulcerose.
Ma ormai va preso in seria considerazione anche un altro fattore, ritenuto di primaria importanza per lo sviluppo delle forme ulcerose dell'apparato digerente.
Vogliamo alludere al Helicobacter pylori , un batterio che si è rivelato come sicuro fattore di concausa in tutte le forme infiammatorie dell'apparato digerente.
Infatti, nei paesi altamente industrializzati del Nord America e dell'Europa, l' infezione da Helicobacter aumenta gradatamente dai primi anni di vita ( 1% ) fino addirittura al 50% intorno ai cinquantanni.
Nei paesi del terzo mondo l' infezione è molto più diffusa e si stabilizza intorno all' 80-90% nella giovinezza e nella maturità.
Ebbene questo batterio, se non viene opportunamente debellato con una terapia ad hoc, è il principale responsabile delle recidive delle ulcere dell'apparato digerente, in modo particolare di quelle dello stomaco e del duodeno.
Ed esso, per cosi dire, "si risveglia" in modo particolare principalmente quando mutano i fattori meteorologici, soprattutto temperatura ed umidità relativa dell'aria, nel senso di una rapida diminuzione per la prima e di un notevole aumento per la seconda.
Sembra invece che altri fattori come il vento e la pressione atmosferica incidano di gran lunga in forma minore, anche per il fatto che essi possono variare e mutare di molto anche durante il periodo estivo.
Pertanto ai primi "sintomi" di importanti variazioni della temperatura e dell'umidità relativa dell'aria è meglio iniziare subito con una terapia preventiva delle infiammazioni ulcerose dell'apparato digerente, anche se, a volte, il mese di settembre trascorre di solito più a carattere estivo che autunnale, in modo particolare al sud e nelle isole.
Ma a volte le invasioni di aria fredda dal Nord cominciano molto prima del consueto, già ai primi della terza decade di agosto, con piogge torrenziali, manifestazioni temporalesche, cadute di grandine e sensibile diminuzione della temperatura, non solo al centro-nord, ma anche sulle regioni meridionali della penisola e sulle isole.
Pertanto si consiglia di iniziare, nei soggetti predisposti, la terapia antiulcerosa il più presto possibile, per non trovarsi poi di fronte a spiacevoli conseguenze.
Un altro campo da prendere in considerazione, nel passaggio dall'estate all'autunno, riguarda, senza alcuna ombra di dubbio, tutta quella patologia legata alle infiammazioni delle prime vie aeree, come sinusiti, otiti, riniti, faringiti, laringiti e tracheiti.
Ad una prima analisi superficiale potrebbero sembrare forme banali, forme secondarie di poca importanza.

Invece vale la pena di non trascurarle affatto appena si manifestano, usando antiinfiammatori, blandi sedativi ed antiallergici.
Meglio ancora utilizzare tutti quei sistemi di prevenzione dei quali alcuni ben conosciuti dalla maggioranza delle persone, come i vitaminici, in modo particolare la vitamina C; oppure anche una sana alimentazione a base di frutta e verdura fresche, integrate da alimenti leggeri, come ad es. yogurt o formaggi freschi.
Altri sistemi di utile prevenzione sono invece molto meno conosciuti, come ad es. gli immunostimolanti, i quali, del resto, vanno usati solo con cautela e sotto stretto controllo medico.
Le malattie stagionali delle prime vie aeree, in ultima analisi, non vanno mai trascurate, soprattutto nei bambini e negli anziani, perchè possono complicarsi in malattie acute dell'albero respiratorio, come crisi asmatiche, bronchiti e broncopolmoniti, nonché anche, nei soggetti anziani più defedati, in insufficienza cardiocircolatoria acuta, che, in certi casi, può sfociare nel pericoloso edema polmonare, oppure in nefropatie di difficile terapia e lunga durata.
Vale la pena di tenere pure sotto controllo anche i soggetti neurolabili, che, nella maggioranza dei casi, sono anche dei potenziali meteorolabili.
Essi risentono di ogni cambiamento di stagione si potrebbe dire "in modo spropositato", essendo soggetti ai quali basta anche una piccola variazione dei fattori meteorologici per scatenare "sindromi meteoropatiche" piuttosto intense con sensazione di estrema debolezza, ansia generalizzata, tremori, cefalee, disturbi pressori e vascolari, estremità fredde e sudaticce, nodo alla gola, vertigini recidivanti, cardiopalmo, palpitazioni, ronzii auricolari, dolori alle articolazioni ed ai muscoli, sensazione di svenimento imminente, ambascia precordiale e cosi via.
In questi casi è importante, quando è possibile, una buona prevenzione della sintomatologia, somministrando blandi sedativi anche vegetali, antiallergici e qualche antiinfiammatorio non steroideo.
È in questi soggetti particolari che è di grande aiuto il medico di base, il medico di famiglia, il quale avendo la possibilità, con l'andar degli anni, di "conoscere bene e a fondo i suoi polli" è, senza alcuna ombra di dubbio, in grado di poter usare, su tutti i neurolabili e pertanto anche i potenziali meteorolabili, dei buoni ed efficaci metodi di prevenzione, sia chimici, sia naturali, sia psicologici.
Altri soggetti da osservare da vicino nel passaggio dall'estate all'autunno sono tutti quelli che soffrono di mialgie, nevralgie e soprattutto artralgie.
Sono molti, e non solo nel nostro paese, quelli che presentano questo tipo particolare di sintomatologia; si potrebbe addirittura affermare che "sono un esercito" in continuo aumento, sia per il fatto che la vita media si allunga nel tempo sempre di più, sia perchè, soprattutto nelle megalopoli, i soggetti si trovano esposti a un sempre maggiore grado di inquinamento di tutti i tipi, non solo chimico, ma anche acustico e psicologico.
Esistono purtroppo, in questo campo, ancora pochi mezzi veramente validi di terapia e pertanto sarebbe molto utile almeno una buona prevenzione, se non altro per diminuire di intensità sintomi alquanto fastidiosi e duraturi.
Questi soggetti vanno curati prima dello scatenarsi della sintomatologia, anche se questa, molto spesso, appare improvvisamente, "quando uno meno se l'aspetta", in modo particolare in occasione di discese veloci di aria polare marittima dal Nord Atlantico, sul finire dell'estate o all'inizio dell'autunno.
Episodi del genere a volte si manifestano già al principio della terza decade di agosto, cioè almeno venti giorni prima del consueto, con temperature anche al di sotto di dieci gradi dei valori medi stagionali e nevicate a quote molto basse per la stagione, addirittura in alcuni luoghi delle Alpi, fino al di sotto dei 1500 m. di quota.
Orbene, in questi casi particolari, tutti gli organismi ne risentono, ma in modo particolare gli osteoartropatici, che accusano una improvvisa e forte riacutizzazione della sintomatologia dolorosa, con spiccate mialgie e nevralgie ed, in alcuni casi, anche blocchi delle articolazioni, in modo particolare in sede cervicale e lombo-sacrale.
Qui si scatena la corsa alle più svariate terapie, tra le quali alcune molto poco efficaci, altre completamente inefficaci, altre ancora perfino dannose.
Si ricorre a tutto il possibile, perfino ai maghi e alle fattucchiere, pur di sentirsi liberati da una sintomatologia, oltre che notevolmente fastidiosa, anche molto spesso alquanto dolorosa.
Il cambiamento di stagione, in modo specifico alla nostre latitudini, è importante anche per poter utilizzare alla meglio le risorse dell'organismo.
Esso determina infatti una valida stimolazione delle ghiandole a secrezione interna, in modo particolare l'ipofisi, la tiroide e le surrenali, le quali, attraverso la secrezione e la successiva elaborazione di particolari ormoni, neurotrasmettitori e neuromodulatori, inducono nell'organismo modificazioni particolari che portano ad un rapido adattamento.
Se, per qualche motivo di natura fisiologica o patologica, gli ormoni, i neurotrasmettitori ed i neuromodulatori si presentano deficienti in qualche componente od addirittura qualcuno di loro manca del tutto, la particolare " sindrome di adattamento " viene a risultare alterata, con modificazioni fisiologiche o patologiche a livello dei vari organi, sistemi od apparati.
Diventa molto utile, per ogni categoria sociale, conoscere tutto quanto abbiamo elencato, anche perchè molte di queste sindromi non sono appannaggio dei ceti sociali meno abbienti, come può sembrare a prima vista; anzi, a volte, è vero perfino il contrario.
Più aumenta il benessere, più il soggetto presenta "sindromi particolari", cioè un complesso di sintomi, a volte neppure ben definibili o definiti, che lo inducono a pensare di essere molto più malato di quello che invece è in verità.
Tutto questo non deve certamente sfuggire ad un operatore sanitario ben preparato, serio ed attento, il quale, proprio attraverso l'esperienza pratica più che con i testi in mano, può coltivare quel determinato " occhio clinico ", in modo da accorgersi in tempo utile, ai fini di una buona prevenzione, di un qualsiasi tipo di mutamento che gli viene riferito dal suo cliente, mutamento che può essere certamente a livello fisico, ma che abbraccia molto spesso anche un livello più alto: psicologico o psichico.
Infatti la "sindrome da cambiamento di stagione" , come abbiamo visto, a volte è costituita da tanti piccoli pezzi di un grande mosaico, che è necessario ricostituire in tutta la sua interezza per poter essere veramente all'altezza di poter adattare e personalizzare la prevenzione e la terapia nel modo migliore possibile.
Ci sia concesso a questo punto accennare, sia pure per sommi capi, a tutto il bagaglio che, nel corso degli anni, la biometeorologia e la bioclimatologia, per merito di illustri ricercatori, ha potuto acquisire in questi campi.
Nel campo della prevenzione, molto utile si rivela la medicina allopatica, con i suoi sempre migliori ritrovati che alleviano i disturbi da cambiamento di clima o di stagione come, ad es, gli antiallergici, i blandi sedativi, i preparati contro le chinetosi, gli antiinfiammatori non steroidei, gli immunostimolanti.
Ma anche la medicina naturale fornisce sempre nuovi prodotti vegetali che contribuiscono, a volte in modo ancora migliore della medicina tradizionale, a prevenire molti sintomi fastidiosi da cambiamento di stagione o dei fattori atmosferici.
Da non dimenticare poi anche i vari metodi di psicoterapia che possono essere di valido appoggio nel dare un aiuto importante a tutti quei sintomi che sono sottesi alla neurolabilità e di conseguenza anche alla meteorolabilità.
Lo stesso tipo di discorso vale anche per la terapia, ricordando però che una attenta e personalizzata prevenzione ottiene indubbiamente risultati migliori e molto più duraturi nel tempo.


 

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