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Urban
climatology e salute umana
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Nelle
città (è ormai un dato acquisito) si è affermato
un microclima particolare, dovuto agli effetti dell'ormai nota
"isola di calore", da caratterizzare ormai come "isola
climatica urbana". Questo perché all'interno delle
grandi conurbazioni è sempre più facile osservare
una decisa alterazione di tutti gli eventi climatici. Le alterazioni
termiche si notano soprattutto durante l'inverno e in misura meno
rilevante durante l'estate.
Sulle grandi città, appunto, in modo particolare quelle
con un numero di abitanti superiore alle 500.000 unità,
si forma una "cupola di calore", alta di norma sui 150-200
metri, che specie nelle ore notturne dei mesi invernali produce
una vera e propria "inversione termica in quota", con
la sua base a volte addirittura sollevata dal suolo.
Questa "isola di calore" è dovuta in modo specifico
alla diversa percentuale di albedo, alla esaltata capacità
termica del suolo per effetto degli asfalti, per la presenza delle
costruzioni, per la grande riduzione delle superfici evaporanti
naturali nonché anche per i diversi scambi di calore secondo
dell'orientamento delle strade, in rapporto alla direzione e velocità
del vento.
Il microclima urbano risente poi, in modo più importante
nei mesi invernali, della produzione di calore dovuta agli impianti
di riscaldamento, al traffico cittadino, ai gas combusti ed incombusti,
che, in ultima analisi, determinano un "piccolo ma significativo
effetto serra urbano", assolutamente da non sottovalutare.
Si aggiungano poi le attività metaboliche di centinaia
di migliaia se non di milioni di abitanti. Le cause fondamentali
dell'isola di calore, soprattutto all'interno delle grandi città
sono così sintetizzate, in una forma molto chiara, dal
Bessemoulin, nel suo lavoro: "Urbanisation et météorologie
":
- Modificazione delle caratteristiche termiche della superficie
con maggior assorbimento di calore da parte dei materiali.
- Attenuazione dell'irraggiamento solare ricevuto, per effetto
della torbidità dell'atmosfera (inquinamento) e contemporanea
diminuzione dell'irraggiamento infrarosso riflesso.
- Diminuzione dell'albedo.
- Apporti termici antropici: delle attività industriali,
del riscaldamento domestico, della circolazione dei veicoli, dei
processi metabolici, degli abitanti stessi.
- Riduzione notevole delle superfici evaporanti naturali.
- Rugosità delle superfici, specie quelle dei fabbricati
e delle strade asfaltate.
Diventa piuttosto facile intuire che queste condizioni particolari
sono molto più frequenti in Valpadana, ove nei mesi invernali,
a parte qualche giornata di vento dai quadranti orientali o settentrionali,
esiste calma di vento quasi assoluta, con conseguente mancanza
di dispersione degli inquinanti atmosferici, che sono così
"intrappolati" di norma nei primi 100-150 metri di altezza
dal suolo, con tutte le conseguenze negative, anche sull'organismo
degli esseri viventi, vegetali ed animali.
Questi i fattori di diversità tra il clima di città
e quello di campagna, da una tabella pubblicata su "Scienza
e Dossier" Dicembre 1986, nell'articolo "Climi urbani"
a firma di Andrea Aparo, sono i seguenti:
IRRAGGIAMENTO
Insolazione
totale
Ultravioletto (inverno) 30% in meno
Ultravioletto (estate) 5% in meno
Durata dell'insolazione 5-15% in meno
TEMPERATURA
Media
annuale 0,5-1,5 C° in più
Minimo invernale 1,0-2,0 C° in più
UMIDITÀ
RELATIVA
Per
tutto l'anno 2-3% in meno, ma variabile da città a città
NUVOLOSITÀ
Copertura
del cielo 5-10% in più
Nebbia invernale in forte calo nelle città predisposte
Nebbia estiva 30% in più
PRECIPITAZIONI
Quantità
totale 5-10% in più
Neve 5% in meno
POLVERI
Aumento
di 10 volte
INQUINANTI
GASSOSI
Aumento
da 5 a 25 volte
VELOCITÀ
DEL VENTO
Media
annuale 20-30% in meno
Colpi di vento 10-20% in meno
Calma di vento 5-20% più frequente
È
evidente che il topoclima cittadino delle grandi città,
negli ultimi venti anni, si è abbastanza modificato rispetto
alla campagna circostante.
Tutto questo è naturalmente legato alle dimensioni del
complesso urbano-industriale, considerando, sotto tale termine,
l'insieme delle abitazioni, delle industrie e di tutto l'ambiente
circostante. Abbiamo già analizzato, nel capitolo sull'inquinamento,
tutto quello che sta succedendo in una grande metropoli come Città
del Messico, che pur essendo situata ad una quota che a noi può
sembrare di alta montagna (2400 m), può essere considerata
la città più inquinata del mondo. Gli ultimi dati
che si riferiscono all'isola di calore delle grandi città
parlano di un aumento che aumenta in modo esponenziale.
A Milano per esempio, in questi ultimi anni, in condizioni di
cielo sereno, calma di vento, tempo stabile anticiclonico, durante
l'inverno, si sono misurate differenze di temperatura minima tra
il centro città e la campagna circostante che sono arrivate,
in certi casi limite, fino a 6,8°:
A Firenze, nelle stesse condizioni, casi limite di 5,2°.
È logico quindi che le caratteristiche dell'isola di calore
possono essere molto importanti per lo studio del microclima cittadino
che vede spesso alterati i parametri normali del luogo, a tal
punto da creare un "clima" diverso delle zone di campagna,
lontane anche solo qualche chilometro.
Tutto questo non sussiste invece in caso di ventilazione accentuata
e di condizioni atmosferiche perturbate, proprio per il continuo
rimescolamento delle masse d'aria tra campagna e città.
CLIMATOLOGIA
URBANA - LINKS UTILI
SISTEMA
DI PREAVVISO ONDE DI CALORE ESTIVE
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